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IL CONTENUTO

Chi è il "contenuto?" (si dice: che cosa è il contenuto?... passi!... al termine dell'approfondimento risponderemo al pronome personale: chi).

Tutti noi conosciamo abbastanza che cosa sia il contenuto, sia in senso fisico che metafisico. Escludiamo il senso fisico; non ci interessa il contenuto di un sacco, per esempio, di una confezione alimentare e così via.
In senso metafisico invece il problema del "contenuto" si complica anche se noi tutti ne conosciamo il "concetto".
In prima analisi possiamo dire che: il " contenuto" è il significato di ogni cosa... quello che la cosa esprime... quello che lega... o collega la cosa, al nostro pensare. Se generalizziamo... il "contenuto" è ciò che" evoca" il mondo che ci circonda. Se qualcuno arriva a generalizzare di più il concetto, me lo suggerisca. Lo introdurrò in questo approfondimento.

Qui sembra concludersi l'illustrazione del "contenuto"... invece siamo al punto di averne scoperto solo la metà (circa). L'altra parte sta in noi, dentro... nel nostro cervello. Ritenevamo che il "contenuto" esistesse anche senza di noi "interpreti". Così non è. Infatti il contenuto è soggetto a diversificarsi a seconda dell'interprete e proprio ciò testimonia il rapporto contenuto-interprete, certificando il loro coinvolgimento. In parole povere ognuno di noi comprende il mondo come ne è capace e non come il monde è. Di contrapposto, considerato che ogni persona è interprete, è utopistico dire come sia il mondo a meno che non si deleghi tale interpretazione ad un "essere superiore".

In seconda analisi quindi, il "contenuto" è l'evento con il quale l'uomo comunica con l'esterno di sè... con il mondo. L'uomo comunica per "contenuti".

Ancora una volta tutto sarebbe chiaro se non ci fossero i "contenuti incompresi".
Queste situazioni, molto comuni e note a noi tutti (quante volte ci siamo forzati di capire un concetto senza riuscirci), mettono in evidenza l'incapacità dell'interprete (noi stessi) di tradurre l'intero contenuto o messaggio. Arriva fino ad un certo punto poi... si ferma e rimane attonito... non capisco! Siamo esattamente in quei luoghi della nostra conoscenza che si perdono nell'ignoranza e della consapevolezza che sfuma nell'inconscio (o inconsapevolezza). Questi concetti corrispondono ad una realtà?

L'IGNORANZA E L'INCONSCIO

Non si confondano i concetti. Il primo rappresenta tutto ciò che ognuno di noi potrebbe sapere ma ignora per propria volontà, condizione sociale, consuetudine, cultura, soprattutto per la condizione umana, eccetera.
Il secondo, l'inconscio, è tutto ciò che ognuno di noi è, senza esserne consapevole. E' l'inconscio freudiano... il luogo del nostro sapere dove ci sono le cose (contenuti) che non comprendiamo, il fantastico, l'ancestrale, il magico e i collegamenti di questi con il reale: gli affetti o sentimenti!
Gli affetti, unici contenuti che si liberano dall'inconscio e che vi hanno libero ritorno, sono la testimonianza dell'esistenza in ognuno di noi dell'ignoranza e dell'inconscio.

CONTENUTO - COSCIO - INCONSCIO

Ora che abbiamo approfondito il meccanismo degli affetti possiamo concludere l'interazione tra il contenuto e il consapevole-inconscio, unificati questi ultimi nel rappresentare ogni componente della specie umana, in breve: ognuno di noi.

Avevamo asserito in seconda analisi che: "il 'contenuto' è l'evento con il quale l'uomo comunica con l'esterno di sè... con il mondo"; intendendo che il contenuto avesse provenienza sia esterna (dal mondo) che interna, come prodotto del nostro pensare. Io penso quindi produco un contenuto. Non sarà sfuggita a molti il confronto con un'altra e ben più famosa frase: "io penso quindi sono" e paragonando le due risulta che "produco un contenuto" (è uguale a)= "sono"; quindi "io sono un contenuto".
Ecco il perché all'inizio ero esordito dicendo: "Chi è il contenuto?"...sei tu, sono io... è l'uomo, l'altro uomo che sta di fronte o lontano.

IL CONTENUTO ESTERNO (MESSAGGIO) E IL CONSCIO

Esaminiamo il caso in cui il contenuto sia di provenienza esterna.
Cosa provoca in me che lo percepisco nel mondo?

Gli affetti deputati a darmi la risposta si attivano immediatamente per verificare natura, tipo, qualità, genere e funzione del "contenuto" in arrivo.
"Contenuto?"; non sarebbe più semplice ora chiamarlo "messaggio?"... certo! Ora abbiamo compreso che il contenuto è anche un messaggio e che il messaggio è una notizia, una consapevolezza, un piccola parte della nostra conoscenza se il contenuto del messaggio viene lì riposto.

Gli affetti, conclusa una istantanea analisi del messaggio, danno subito la risposta alla mia coscienza:
  • inutile, un po' utile, abbastanza utile, molto utile (disinteresse, interesse... molto... allerta);
  • oppure: insignificante, poco... abbastanza... molto significativo (attenzione da zero a cento);
  • oppure: pericolo... poco... abbastanza... molto... mortale (paura, spavento, terrore).

    E' chiaro ora come il messaggio in arrivo agisca sulla mia coscienza e quale ne sia la reazione: catalogazione e distribuzione dell'effetto in una scala di valore che corrisponde all'efficacia del messaggio. Tanto più il messaggio è efficace quanto più modifica gli affetti residenti nelle coscienza, provocando una reazione proporzionale all'efficacia.

    Qualunque messaggio, per modificare la realtà, deve essere efficace o inutile la sua esistenza.

    Ci sono messaggi efficaci e altri no, ma non dipende solo dalla loro natura. Un messaggio inefficace strutturalmente, lo sarà sempre. Non riuscirà a far oscillare neppure il più leggero dei bersagli (target) nel momento di maggiore attenzione, cioè nella condizione più favorevole (per esempio: seduto di fronte alla televisione, dopo cena, dopo il caffè, dopo che ogni bisogno sia stato appagato).
    I messaggi con percentuali di efficacia perderanno punteggio invece a seconda della condizione di attenzione del percepente. Anche il messaggio di altissima efficacia può ridursi a zero se, nel momento del suo lancio, il bersaglio fosse attratto da un altro messaggio di grave pericolo, per esempio l'entrata di un ladro in soggiorno, dopo cene e dopo le condizioni precedenti.
    Certamente un fatto tale provocherà profonde modificazioni (trauma) anche nell'inconscio che si difenderà generando paura ogni qualvolta la persona si venisse a trovare nella medesima condizione. Ogni sera, seduta di fronte alla televisione, avrebbe paura di veder apparire dal buio delle stanze adiacenti il ladro che apparve quella volta... e anche di molto peggio (paura della criminalità indotta dai mas-media; terrorismo psicologico di "certi settori" (quali?) della società). Se la violenza fosse rimossa, insorgerebbe allora la nevrosi.

    Gli esempi sono ai limiti per illustrare una condizione di facile comprensione del fenomeno, ma naturalmente sono le condizioni intermedie quelle più reali e statisticamente più probabili.

    IL CONTENUTO ESTERNO (MESSAGGIO) E L'INCONSCIO

    Così moltissimi messaggi, durante una normale giornata, ci colpiscono, ci trapassano, ci lasciano alle spalle e non provocano mutamenti sostanziali agli affetti della coscienza i quali sono intenti, bighellonando in su e giù per il conscio-inconscio, a mantenere vigili gli interessi del loro padrone.
    Ci sono altri messaggi che organizzati di proposito, sfuggono o danno indicazioni erronee all'analisi della coscienza e non lasciano il bersaglio senza conseguenza perché colpiscono l'inconscio. Cosa significa questo?
    Questo è un fatto comunque grave, sia che si tratti di un messaggio "buono" o peggio, anzi grave, quando si tratti di uno "cattivo"; catalogando con buono e cattivo il bene o il male provocato al bersaglio (adulto, anziano o bambino che sia). Infatti questi messaggi provocano mutamenti ai bersagli senza che i bersagli se ne accorgano. Ti cambiano il carattere, ti fanno fare azioni che non avresti fatto, ti fanno agire secondo tuoi criteri...sì... ma che ti sono stati modificati da messaggi che hanno trasformato il tuo inconscio e tu... è proprio così... sei orgoglioso di fare scelte libere, quando sono obbligate, di essere forte di carattere mentre soggiaci al contenuto del messaggio. E' ora che ti svegli o perderai la tua ragione.

    Che catastrofismo! certamente la realtà non è così.
    Lo pensi per davvero? Allora dammi ragione dei fatti conseguenti ai video-poker... ai pokemon... Non ho il compito di catalogare i disagi sociali. Basta dire che il popolo della Terra, quello a cui viene dato "solo danaro" da spendere si sta letteralmente affogando; con le proprie mani sta sciogliendo il ghiaccio sulla Terra. Terra che verrà ricoperta dagli oceani, oceani che annegheranno quei popoli a cui viene dato denaro da spendere. Ora spendono felici, poi annegheranno terrorizzati da quei popoli che si cannibalizzeranno presso di loro. E' la tragica fine di questa civiltà (?)... se non saprà mutare il proprio orientamento... sì!
    Come fare... ? Il problema sono quei messaggi che si infilano diritti nell'inconscio delle persone, le modificano nel carattere, negli atteggiamenti, negli affetti e producono una società violenta o omicida e alla fine suicida.
    Non a caso ho citato i pokemon. Sono figurine-giocattoli bisessuati che producono profonde mutazioni sulla psicologia sociale di quei bambini che ne fanno uso o che ne sono irresistibilmente attratti perché hanno tutti quei nefandi criteri per creare psico-dipendenza. Ciò è permesso dalla nostra società e che sia fatto, in disprezzo del futuro, sulla parte più debole e indifesa della popolazione: i bambini. Quanti di loro dovranno subire le trasformazioni caratteriali dovute a messaggi inconsci; quanta futura felicità viene bruciata ora dal commercio di questi così detti giocattoli (?). Costa così poco quella felicità bruciata? Costa appena quei quattro danari che si intasca il commercio. Dobbiamo porre rimedio a tutte le condizioni che provocano mutazioni caratteriali ai popoli della terra... e sono tante.

    EPILOGO

    Abbiamo compreso cosa sia il "contenuto". Soprattutto dobbiamo comprendere quale esso sia in ogni messaggio che riceviamo ed analizziamo con un po' di attenzione, perché proprio questi messaggi potrebbero trasformare e uccidere la nostra personalità. E chi non tiene alla propria autentica personalità?

    La pubblicità può e deve esistere per mettere a conoscenza il consumatore dell'esistenza del prodotto e per consentire un confronto con la concorrenza. Solo così il consumatore può migliorare la qualità dei prodotti sul mercato, promuovendo, con scelte oculate, una sana concorrenza.
    Serve, in ultima analisi a migliorare la qualità della vita (in una società benestante. In paesi poveri il problema si pone diversamente e in modo drammatico per la propina stessa sopravvivenza).

    In fine, non auguro a nessuno di cadere vittima della pubblicità maligna, perché se ad una parte della specie umana dovesse accadere, come di fatto sta accadendo (il grande fratello), sarebbe la nascita di una nuova categoria di umani: automi che comprano a super-prezzo quello che loro stessi producono con il loro lavoro e mantenuti in vita, solo per questo, dai detentori della tecnologia (potere maligno, per esempio della televisione). La tecnologia deve essere al servizio dell'intera umanità e non privilegio di pochi sopra una umanità schiava.

    L'epilogo è proprio nero.

    In realtà la specie umana ha le nuove generazioni che, se in un momento storico si perdessero la libertà, subito dopo se la riprenderebbero con sempre maggiore consapevolezza.

    nile

     

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